Alpinismo in Groenlandia - Estate 2001

Il fascino del Grande Nord ci spinge a tornare in Groenlandia. Terribile deserto di ghiaccio (l'Inlandsis), la Groenlandia ha la forma di una grande conca. Al centro, il terreno, schiacciato sotto 3000 m di ghiaccio, si trova ad un'altitudine quasi nulla. I bordi che si innalzano in giganteschi massicci tra i 1000 e i 3700 m di altitudine, tagliati da fiordi di una bellezza ineguagliabile, possono estendersi su 300 km, con un microclima molto dolce (in estate). Le sommità, spesso incontaminate, sono difese da un accesso difficile, da enormi crepacci, da una neve instabile. L'impegno è totale, lontano da tutti i soccorsi.

Optiamo per la penisola di Wegener, costa Ovest, 71° N. Massiccio difficile a ovest, più facile al centro. Wegener , teorico della deriva dei continenti, all'epoca deriso, è morto nel 1930 sull'Inlandsis, tornando da una spedizione di soccorso alla sua stazione di Eismitte. Documenti : carta 1/250 000 resoconto spedizione Airoldi 1966 (Mario Fantin, montagna di Groenlandia) è tutto!

Partiti da Parigi, in 12, il 20 luglio alle 17 h, lasciamo l'aeroporto di Ilulissat intorno alle 23 h. Ci accampiamo a metà strada dalla città, il sole illumina gli icebergs. Il paese si è molto evoluto dopo P. E. Victor. Ilulissat conta 4 000 abitanti che vivono di pesca. L'escursione inizia il 22 sul massiccio deserto del Nord che domina il ghiacciaio Isfjord: largo 5 km, avanza 30 m al giorno, un carico di 70 milioni di tonnellate al giorno. Icebergs mostruosi su Disko.

Imbarco il 25 in transatlantico alle 8 h. Bordeggiamo 1 ora tra i ghiacci. Poi lo stretto di Vaigat, costeggiamo le montagne di Nugssuaq. In ritardo per un iceberg, la nave approda intorno alle 23 h. La città di Uummannaq è situata su un'isola rocciosa di 12 km quadrati, dominata da un picco di gneiss rosa (1175 m). 2 500 abitanti, 5 000 cani. Jean Michel Huctin, residente del luogo, ci ha procurato tre gommoni a motore fuori bordo per raggiungere Wegener a 65 km. Strana sensazione di volare a pelo d'acqua a 50 km/h tra i ghiacci. Le scogliere di 1000 m sono come cupole illuminate dal sole di mezzanotte. Arriviamo congelati, montiamo le tende verso le 3 del mattino. Bellissimo luogo deserto, spiaggia privata, acqua dolce, pesca … e balene! Abbiamo 20 giorni di autonomia.

Il 26 ricognizione, il ghiacciaio ha perso 300 m in altitudine scoprendo le rocce.
Il 27 salita di un carico al campo 2 che sarà installato il giorno dopo.
Il 29 ascesa a 1560. Pericolosi blocchi sul fronte Sud. Vista eccezionale.
Il 31 fronte nord nevoso a 1833. Ci fermiamo intorno ai 1600 m, la neve è troppo instabile sui pendii terminali. In ogni caso, una bellissima scalata. Il primo agosto duro trasferimento sul massiccio Ovest a 12 km. Terreno estenuante, disseminato di blocchi. Come ricompensa il campo 3 situato a 200 m dal fiordo Nord, di fronte alla penisola Qioqe.

Il giorno dopo, lunga ricognizione al circolo glaciale, luogo sorprendente, scogliere di 1000 m sormontate da crinali di gneiss spezzati dal gelo. Colonne traballanti, torri in rovina, castelli fortificati abitati da demoni groenlandesi, i Tupideks. I giorni di tempesta perseguono l'alpinista smarrito dalle loro urla di dannati.
Ci rassicuriamo : è bel tempo.

A due cordate di quattro tentiamo, il 3 agosto, il ghiacciaio Ovest : unico accesso da poter prendere in considerazione, ma sbarrato da un impressionante muro di ghiaccio. Alain, in testa, trova un passaggio a Z, pendenza sostenuta, poi svolta sui crepacci. La seconda svolta, vertiginosa, giustifica la posa di un chiodo. Il ghiacciaio superiore, innevato, facile, conduce al valico a 1300 m. Stanca, la mia cordata si arresta brutalmente; di François non vedo che il suo cappello. E' caduto in un crepaccio invisibile. Si seguono le istruzioni : la mia cordata lo blocca, l'altra torna e manovra per tirarlo su… Al valico, emozionante scoperta : due cunei da scalata in pioppo e tre bottiglie di gas abbandonate, probabilmente, da Airoldi nel 1966. Raggiungiamo l'antecima a 1727. La cima sovrastante è troppo pericolosa. Il sole vira verso Nord. Illumina un paesaggio fantastico nella luce abbagliante del grande nord : a Sud, i 1922 M (ancora incontaminati?) ; a Ovest l'oceano, i suoi icebergs, le montagne polari dell'Upernivik; a Est, l'Inlandsis. Ritorno al campo verso le 3.30 h (18h di escursione!).

Ritornati al campo 2, installiamo il campo 4 sul ghiaccio sotto i 1740, à 1000 m. Il giorno dopo, interminabile risalita fino a 1610. Alain apre la strada. La pendenza, non eccessiva, dissimula grossi crepacci. L'ultima, la peggiore, si passerà… strisciando. Pranziamo su un isolotto roccioso che domina il fantastico fronte Nord e il ghiacciaio Kangerdluarssup, terribilmente pieno di crepacci. Riprendo il cammino sotto la neve bagnata. I miei 60 kg passano, ma chi mi segue, affonda spesso nel sottostrato. Infine a 1610 (in effetti più di 1700), il panorama si delinea perfettamente: alte montagne a Ovest e un'immensa distesa di ghiaccio a Est (l'Inlandsis non è che a 10 km). Il sole, basso, non tramonta. Si ha l'impressione di essere su un pianeta sconosciuto, ostile.

Ritorno alle 13 h. Vaine attende tutto il giorno al campo 1. Dovremo azionare il nostro segnalatore Sarsat? Alla fine i nostri gommoni arrivano. Hanno cambiato un motore e … ucciso una foca! E già tagliata. Una parte, cotta sul fuoco, è divorata all'istante. Ci imbarchiamo avendo perso la cognizione del tempo. Il fiordo, nebbioso, è glaciale. A metà cammino, brusco cambiamento di rotta: partiamo a tutto gas all'inseguimento di un gruppo di balene. Foto (difficile!). Infine a Uummannaq, avremo, il 14, un banchetto di ippoglosso e balena da Jean Michel. Ritorno a Ilulissat nella notte tra il 15 e il 16 agosto.

Riprendiamo l'aereo il 20. Approfittando dello scalo a Kangerlussuaq (ex base nucleare di Sondre Sromfjord), esploriamo la tundra. L'inverno ritorna : neve a 600 m, temperatura +6° C, ma mirtilli in abbondanza. Buoi muschiati sull'altra riva del fiume. Poi Marc e Christine si imbattono faccia a faccia con una madre e il suo piccolo in piena siesta. L'animale, impressionante da vicino, ha la bontà di non caricare. Si ripiega con prudenza. L'incontro con questi animali preistorici è un momento forte del viaggio. Reminescenza dei nostri lontani atavici cacciatori?

Quella sull'aereo per Copenaghen, è la nostra prima notte dopo un mese, con uno strano bagliore molto lontano a Nord, verso il sole di mezzanotte.

Pierre Chanel, CAF de Villefranche /S, Pommiers, Ottobre 2001.

Traduzione di Rosaria Tamburrino, Giugno 2003.

Nota : per rispondere a una domanda frequente, le condizioni climatiche inerenti il massiccio montuoso, in estate, sono comparabili a quelle delle Alpi, ma 2000 m più in alto. Come minimo 1500 sembrano 3500, vedere 4000 m in Francia. Variazioni brusche possibili. Clima più dolce a Sud, ma tempeste di pioggia frequenti. In autunno le cose peggiorano e in inverno, la temperatura scende ben al di sotto di -25°C sulla costa, e -40°C all'interno.